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  Lapedona

“Fermo Mia” il primo portale D.o.c.
di Fermo e del territorio fermano.

 

Nel portale “Fermo Mia” troverete tantissime peculiarità storiche della città di Fermo e di tutto il fermano, la Fermo artistica, la Fermo culturale, la Fermo storica, la Fermo nascosta, la Fermo che non si conosce.

a cura di Piero Evandri

territorio del fermano

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Lapedona   »    Il paese che diede i natali a Temistocle Calzecchi Onesti

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Lapedona  -  Cenni storici

L'attuale centro storico di Lapedona ha origini medioevali ma il suo territorio, che si estende tra quello di Fermo e il fiume Aso, fu intensamente abitato anche in età romana come attesta un cippo funerario dell'ottoviro Tito Accaio Filadelfo, conservato sotto il loggiato comunale, e numerosi resti di ville rustiche.

Nell'alto medioevo i Longobardi e i monaci di Fonte Avellana vi fondarono diversi castelli, generalmente posti lungo le antiche strade che collegavano la città di Fermo ai centri del Piceno meridionale e gli approdi marittimi alle località dell'interno. Da uno di questi castelli, che sorgeva all'incrocio delle due strade principali e che era detto Pedona, prese nome il nuovo paese quando, nel XIII° secolo, gli abitanti dei vari insediamenti sparsi decisero di trasferirsi per ragioni di sicurezza su un'altura nelle vicinanze di quest'ultimo. Degli antichi castelli restano le tre chiese romaniche di San Quirico (principale), di San Pietro, di Santa Maria di Manù e i resti di quelle di San Martino e Santa Maria di Saltareccio, ciascuna nelle rispettive contrade.

Il nuovo incasato fu cinto di mura con due porte d'accesso fortificate (Porta Marina e Porta da Sole) e con una torre d'avvistamento nel punto più elevato. Al suo interno furono edificate quattro chiese con gli stessi culti di quelle lasciate in campagna e la chiesa Parrocchiale di San Quirico, il martire bambino protettore dell'antico castello di Lapedona, fu sempre considerata principale.

 

Lapedona risulta sotto la giurisdizione di Fermo fin dal 1214. Come tutti gli altri castelli fermani era amministrata da un vicario nominato dalla città e da quattro massari eletti dal consiglio generale dei capifamiglia. Era sottoposta alle leggi e alle imposizioni della città dominante ma era sufficientemente autonoma per quanto riguardava l'amministrazione interna. Le sue risorse economiche si basavano principalmente sull'agricoltura, attività praticata dal 70% circa dei suoi abitanti. Nel corso dei secoli XVII° e XVIII° la proprietà della terra passò gradualmente nelle mani di enti ecclesiastici e di signori fermani e si diffuse nel territorio la mezzadria con l'insediamento di centinaia di famiglie di coloni in case sparse. Nel centro urbano rimasero ad abitare il clero, alcuni proprietari locali, gli impiegati comunali, i professionisti, gli artigiani e gli operai ma ad esso, come luogo di potere e di servizi, afferivano anche gli agricoltori. A servizio degli abitanti e a sostegno dei poveri vennero istituite delle opere pie, il Monte di Pietà e quello Frumentario, l'ospedale, diverse confraternite e successivamente un asilo d'infanzia, una scuola femminile di lavoro, la Società Operaia di Mutuo Soccorso e una Cassa Rurale.

Benchè Lapedona, in rapporto all'estensione del suo territorio, avesse una popolazione di poco più di mille persone, ciò non impedì che si curassero l'arte e la cultura. Il paese ha dato i natali a molti religiosi che si sono distinti nel loro ruolo ma anche a uomini di scienza come il medico Giovanni Battista Scaramuccia, autore di numerosi e importanti trattati nel Seicento, Temistocle Calzecchi Onesti, inventore del coherer, apparecchio rilevatore di onde magnetiche utilizzato da Guglielmo Marconi, il pittore Tobia Paoloni (1852-1917), ecc.

Da vedere e visitare

 

Archivio Storico del comune di Lapedona.

 

Porta Marina

E' il principale ingresso monumentale al paese con un grande arco gotico sovrastato da merli a coda di rondine.

 

Palazzo Comunale

Imponente edificio del XVI° sec. con grande loggiato sotto il quale è istallato un cippo funerario d'età romana con iscrizioni e scultura in rilievo di un genio alato ed altre figure. All'interno sono conservate importanti opere come una Madonna con Bambino di stile raffaellesco, una pala d'altare di Simone De Magistris (1595), raffigurante la Madonna col Bambino tra l'Arcangelo San Michele, San Francesco d'Assisi e San Quirico, proveniente dalla chiesa di San Nicolò e un antico crocifisso ligneo proveniente dalla chiesa romanica di San Quirico.

 

Chiesa romanica di San Quirico

E' uno dei più importanti monumenti d’arte romanica della provincia fermana.

 

Chiesa dei SS. Giacomo e Quirico

Rifatta in stile neo classico all'inizio dell'Ottocento su strutture trecentesche, conserva un gruppo scultoreo quattrocentesco di Madonna in trono, un dittico su tavola raffigurante San Rocco e San Sebastiano attribuito all'Alemanno, un Polittico con la Vergine e il Bambino, San Giacomo e San Giovanni Battista di incerto autore di fine Quattrocento, gravemente danneggiato nell'alluvione di Firenze del 1966.

 

Chiesa della Madonna degli Angeli nel Borgo castellano

Recentemente restaurata, conserva tracce di affreschi quattrocenteschi di notevole pregio che richiamano l'autore di quelli della chiesa di San Quirico.

 

Chiesa di San Nicolò

Sorge sul lato nord di piazza Leopardi di fronte al Palazzo Comunale. Edificata alla fine del Cinquecento ha il soffitto in tavole dipinte, attribuito a Filippo Ricci. Negli altari laterali ci sono diverse opere attribuite ai Fermani Filippo ed Alessandro Ricci nonchè a Giuseppe Ghezzi di Comunanza.

 

Chiesa di San Lorenzo

In stile neoclassico, fu costruita sul finire del XVIII° secolo. Al suo interno un importante organo di Gaetano Callido costruito nel 1784, un pregevole crocifisso ligneo del XVI° secolo, una tavola raffigurante la Traslazione della S. Casa del 1545 e tele di Ubaldo Ricci e Pietro Tedeschi. Di notevole importanza anche il coro ligneo posto dietro l'altare maggiore.

 

Chiesa romanica di Madonna Manù

Sorge lungo la strada che dal paese va al mare e ripete la tipologia delle chiese romaniche di quest'area. Di piccole dimensioni, con abside semicircolare rivolta ad oriente, ingresso sul lato sud e copertura a botte. Costruita in blocchi di arenaria, presenta sul lato meridionale una serie di archetti pensili con formelle variamente decorate, una delle quali contiene la scritta ebraica "Ma'nù". All'interno è un affresco quattrocentesco rappresentante la Madonna che allatta il Bambino.

 

Chiesa romanica di San Pietro al Cimitero

E' coeva alla chiesa monumentale di San Quirico ed anch'essa edificata dai monaci avellaniti nel XII° secolo. A pianta rettangolare ed abside rivolta a levante. Le pareti sono scandite da sei semicolonne (tre per parte) con basi e capitelli di stile protoromanico. Anch'essa in origine era coperta a botte interamente di pietra. Dopo il crollo la copertura è stata rifatta in capriate di legno.

 

 

PERSONAGGI ILLUSTRI

» Temistocle Calzecchi Onesti - Scienziato inventore del coherer, strumento di onde elettromagnetiche usato da Guglielmo Marconi

    negli  esperimenti di radio-telegrafia.

» Giovanni Battista Scaramuccia - Medico autore di numerosi e importanti trattati nel Seicento.

» Tobia Paoloni (1852-1917) pittore.

 

 

MANIFESTAZIONI

» Festa di Sant'Antonio Abate - 17 gennaio o domenica successiva

» Festa della Madonna Bruna - Domenica successiva alla Pasqua

» Concerti d'organo - Presso la chiesa di San Lorenzo si svolgono a Capodanno, Pasqua e in estate.

» Corpus Domini - Processione con infiorata per le vie del centro storico e attorno alle mura.

» Festeggiamenti per il Patrono San Quirico - 14 e 15 Luglio.

» Sagra degli gnocchi - Ultima domenica di luglio e i tre giorni antecedenti.

» Teatro dialettale all'aperto, centro storico – Luglio e Agosto.

» Festa del vino cotto (rievocazione storica "de lo fà cantina") - ultimi sabato e domenica di settembre.

» Madonna del Carmine - Prima domenica di ottobre.

 

 

Tipicità

» Al momento non vi sono schede di riferimento.

 

Si ringrazia l'amministrazione comunale di Lapedona per la concessione del materiale e l'apporto fornito
alla realizzazione delle pagine.

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