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Fra Giorgio Marziale

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Comune di Ponzano di Fermo

 

Fra Giorgio Marziale

 

Fra Giorgio Marziale - Personaggio illustre di Ponzano di Fermo (del Prof. Alberto Crielesi) (Tratto da: "Atti del Convegno" - Ponzano di Fermo tra medioevo e Rinascimento - 1 luglio 1998).

Nell'aprile 1655 dopo un conclave durato ottanta giorni, il cardinale Fabio Chigi fu elevato papa col nome di Alessandro VII° succedendo così a Innocenzo X° Pamphilj (1644-1655).

E con papa Chigi, tornò nella corte papale ad imperare, dopo la stasi del pontificato del Pamphilj, il genio di Gian Lorenzo Bernini, a cui tra i primi lavori furono affidati la ristrutturazione e l'ampliamento della residenza estiva di Castel Gandolfo, che già Urbano Ottavo (1623-1644) aveva elevato a sede di villeggiatura per i pontefici.

 

Orbene, nel 1656 insieme con il Bernini, cui spetta la paternità artistica di parecchie imprese castellane, appare sulla scena, come direttore dei lavori nelle più importanti di queste fabbriche, anche la figura - sin ora dimenticata o taciuta - dell'architetto minoritico Fra Giorgio Marziale o Marziali "nativo di Ponzano della Marca di Fermo, vestito nella provincia Romana ...".

Il frate era nato nel piccolo centro di Ponzano nel fermano da una famiglia di possidenti locali e, lasciato il paese, aveva indossato il bigello francescano dei Minori Osservanti della Provincia Romana con sede nell'Aracoeli prendendo il nome di Fra Giorgio da Fermo - frequente nella sua famiglia l'appellativo di Giorgio e questo in onore del Santo compatrono di Ponzano.

La sua formazione nel campo architettonico rimane per ora un mistero ma non è da escludere che avesse appreso il mestiere di architetto già al seguito di mastri muratori, attivi nel piccolo centro marchigiano, esperienza che, al pari di alcuni suoi confratelli, il frate mise prontamente a servizio delle tante fraternità dell'Ordine nel Lazio, così come accennano gli Annali dell'Ordine.

Così scrive Ferruccio Scoccia in "Ponzano nel Cinquecento, 1995, pag. 94-99".

Nella seconda metà del '500 un gruppo di Lombardi si stabilì nel nostro Castello di Ponzano. Il loro insediamento nella vita quotidiana locale dovette essere alquanto felice perchè venivano chiamati ad eseguire mansioni varie, nell'arte muraria e nei lavori agricoli. Nel maggio del 1568, per la costruzione della "Pintura del Piano a piede della costa" (la Pinturetta denominata della Madonna del Carmine ai piedi della strada ora detta "la ccorta") il comune affidava i lavori ai "muratori Lombardi".

 

Nel 1650 Fra Giorgio era stato guardiano nel convento di Santa Maria del Giglio a Bolsena e qui rinnovò il tetto della chiesa, mentre l'anno successivo, nel 1651, era passato, probabilmente come guardiano, ad un'altra comunità, quella di San Francesco di Tarquinia ove anche qui aveva restaurato la copertura della vecchia chiesa conventuale: "...... P. Georgius Firmanus tecta renovat sui conventus Cornetani ad S. Franciscum, sicut anno precedenti, dum erat Guardianus ad S. Mariam de Lelio Bulsinii, tectum refacerat ecclesiae ......".

Nel 1656. e questo probabilmente in concomitanza alla presenza di Alessandro Settimo nella residenza estiva sui Colli Albani, Fra Giorgio è presente nel convento di Santa Maria di Palazzolo, convento sul lago Albano a qualche chilometro dalla residenza papale, con l'incarico di Sovrintendente alla costruzione della fabbrica Berniniana di Castel Gandolfo.

Ebbene, proprio a Palazzolo, mentre presiedeva al suo incarico, Fra Girgio, che aveva prestato con tanto zelo soccorso agli appestati durante l'infuriare dell'epidemia bubbonica dal maggio 1656 all'agosto del 1657, è nominato, in segno di gratitudine, nel Capitolo della provincia tenutosi all'Aracoeli, Definitore Provinciale.

Conclusasi la prima fase dei restauri ed ampliamenti per la residenza papale a Castel Gandolfo, nel 1658 al Bernini furono affidate la progettazione e la costruzione della chiesa di San Tommaso da Villanova. Tra i collaboratori del maestro figurano Antonio Raggi, cui spetta la paternità degli stucchi della volta, Giacinto Gimignani, Guglielmo Cortese (il Borgognone) e Pietro da Cortona per i dipinti, mentre l'architetto che diresse i lavori è sempre il nostro Fra Giorgio.

A partire dal 1661 la presenza lavorativa di Fra Marziale al seguito del Bernini, da Castel Gandolfo si sposta anche nella vicina cittadina di Ariccia che, già feudo dei Savelli, era passata, per la munificenza di Alessandro VII°, ai suoi parenti.

Con i Chigi il feudo aricciano fu sottoposto ad una serie di miglioramenti urbanistici ed architettonici tutti affidati alla regia del Bernini o della sua cerchia.

Santa Maria di Galloro e Santa Maria Assunta furono sovrintesi dal Bernini, con l'aiuto di Mattia De Rossi (disegnatore e muratore), Giovanni Maria Bolini (misuratore) e Fra Girgio Marziale come direttore dei lavori.

 

Dal 1670 è invece un memoriale, scrittura autografa di Fra Giorgio, in cui il Padre narra le vicende storiche del convento di Santa Maria di Palazzolo. Eccone una parte in cui vengono tra laltro menzionati con un pizzico di orgoglio, oltre i suoi interventi a Palazzolo, anche la sua direzione nelle altre "Fabbriche" berniniane nei Colli Albani:

"...... e l'anno 1662 il P.re Fra Girgio Martiali nativo di Ponzano della Marca di Fermo, vestito nella Provincia Romana, dichiarato Definitore Perpetuo dalla felice memoria di Alessandro VII° in riguardo alle onorate fatiche fatte et assistenza per lo spatio di dieci anni continui in qualità di architetto nella nuova chiesa di Castel Gandolfo, eretta da fondamenti con la sontuosa cuppola et altra chiesa della Riccia eratta similmente da fondamenti con cuppola e alla Madonna detta di Galloro di detta terra ove fece la facciata da fondamenti e piazza avanti con le due sontuose cappelle di dentro perfezionata e ristorata detta chiesa et anco altre strade fatte spianare alle preghiere di d. P.re Fra Girgio Marziale, la felice memoria di Alessandro VII° fece la strada di Castel Gandolfo sino al Convento di Palazzola per comodità di carrozze.....".

Finita la parentesi a Palazzolo, Fra Giorgio terminò anche quella terrena perchè tornato a Roma nel convento dell'Aracoeli, allora Curia della provincia Osservante, nell'autunno del 1672 morì, così come laconicamente riporta il Necrologium: "26. Sexto Kalendas Octobris ... Aracoeli. R.P. Giorgius Architectus celebris 1672".

 

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