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  Il Palio di Fermo

“Fermo Mia” il primo portale D.o.c.
di Fermo e del territorio fermano.

 

Nel portale “Fermo Mia” troverete tantissime peculiarità storiche della città di Fermo e di tutto il fermano, la Fermo artistica, la Fermo culturale, la Fermo storica, la Fermo nascosta, la Fermo che non si conosce.

a cura di Piero Evandri

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La Cavalcata dell'Assunta

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Ogni anno a Fermo, nella vigilia di Ferragosto, si rievoca un antico corteo che partendo dalla chiesa di santa Lucia risaliva fino al Girfalco, dove sorgeva l’antica cattedrale dedicata a santa Maria in Castello. Alla processione partecipavano le corporazioni artigianali (Arti), i castelli assoggettati (Contado) e le autorità cittadine (Magistratura), secondo un ordine prestabilito rimasto immutato per quasi otto secoli.

 

Le Arti più nobili come i droghieri, gli orefici, gli speziali e i mercanti, nonché i rappresentanti dei Castelli e la Magistratura erano tenuti a partecipare a cavallo, per questo motivo la processione prese il nome di Cavalcata dell’Assunta.

 

La cerimonia, oltre a rendere omaggio alla Vergine Maria, protettrice della Città e dell’intero Contado, assumeva anche un significato politico di ostentazione della potenza e del prestigio raggiunti dal comune di Fermo nei confronti dei castelli sottomessi.

Le corporazioni artigianali recavano doni consistenti in prodotti del loro lavoro, le più ricche donavano lampade e monete d’argento. I Castelli offrivano un certo quantitativo di cera ciascuno, stabilito da precisi accordi. I macellai, i mugnai, gli osti e gli albergatori dovevano offrire un cero ornatum et laboratum, in più gli osti e gli albergatori erano obbligati a preparare la taberna ornata e piena di regalie. I proprietari di muli e di asini insieme ai fornaciai dovevano portare un salma di laterizi e di pietre ben squadrate.

 

Alla cerimonia partecipavano anche i castelli di Monterubbiano, Morte Giorgio, Ripatransone, Monte Santo (Potenza Picena) e Monte Cosaro, che non facevano parte dei 48 castelli del Contado poiché erano considerati terre alleate (accomendate) ed in segno di amicizia e di rispetto donavano alla Cattedrale i palii che erano stoffe di pregio utilizzate dai canonici per realizzare addobbi o paramenti sacri.

Il corteo terminava con la “barca del Porto” che, per quasi otto secoli, i pescatori di Porto San Giorgio hanno portato in spalla per poi donarla ai prelati della cattedrale.

 

© Testi di Filippo Andrenacci (Autore del libro “La Festa di Santa Maria dal medioevo ai nostri giorni”).

© Andrea Livi Editore » www.andrealivieditore.it

 

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Il portale "Fermo Mia" ringrazia lo studioso Ing. Fillippo Andrenacci per la collaborazione offerta nella realizzazione di questa pagina.

 

 

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